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Sergio Consigli I.N.S.

1985 - 1998 I miei 14 anni di direzione della S.N.S. - C.A.l.

Sergio Consigli INS

Il 2008 è stato l'anno in cui il Club Alpino Italiano ha celebrato il 50° anniversario della sua Scuola Nazionale di Speleologia. In tre tappe :Triste, Costacciaro (Pg), Palermo con convegni, premiazioni ,feste la Speleologia CAI a ripercosso tutti gli anni di questo lungo cammino.
Riflettendoci bene il periodo della mia direzione della SNS (al 1985 al 1998) rappresenta all'incirca poco meno di un terzo dell'intera vita di questa "istituzione". Questo dato la dice lunga su quanto ha significato per me la Scuola Nazionale di Speleologia ed il legame che ancora ho con la SNS CAI.
La mia direzione avviene dopo un periodo di rinnovamento totale (Direzione di Mauro Zerial) che,dopo la direzione "fondante" di Francesco Salvatori, cambia completamente impostazione .
Questo è legato molto alla figura del Direttore, Mauro era quanto di meglio si stava attivando nella speleologia italiana sia a livello esplorativa che a livello tecnico.
La sua direzione purtroppo è durata solo due anni. Zerial era molto giovane, e forse non ha retto all'impegno quasi totale che la SNS richiedeva, ma comunque ha segnato profondamente lo sviluppo futuro della SNS.
Dopo una parentesi di Direzione ad interim del Presidente della Commissione Centrale della Speleologia: Curzio Casoli (che era anche Istruttore Nazionale di Speleologia), nel 1985 , mi sembra a Firenze, vengo nominato Direttore e la Segreteria è nuovamente affidata ad Alessio Lascialfari, gia segretario con Zerial.
Dopo il periodo di stasi c'è molta aspettativa e forse si realizza un insieme positivo di circostanze che fanno perno sul notevole rinnovamento del corpo docente: molti dei "vecchi" Istruttori vengono "dimessi" ed una nuova leva di INS formata in quegli anni viene alla ribalta. Va detto a rigor di verità che restano fortunatamente come attivo riferimento anche molti Istruttori Nazionali della "vecchia guardia" basti citare Salvatori, Cossutta, Sammataro, Panzica La Manna, Salustri, Ghiglia, Foggiato ecc., alcuni dei quali sono ancora fortunatamente "sulla breccia".
Lo spirito era molto compatto, sull'onda del rinnovamento vennero messe in campo delle novità determinanti per lo sviluppo ed il successo che la Scuola di li a poco si conquistò in campo Nazionale. La prima grande operazione fu la penetrazione capillare nelle attività delle Sezioni e dei Gruppi Grotte, questo fu possibile con l'istituzione di una nuova figura didattica l'Istruttore di Speleologia, quadro didattico nazionale ma più legato al territorio di provenienza e che si rivelò determinate per due aspetti. Il primo, la presenza capillare nel "territorio. Per mezzo degli Istruttori si moltiplicarono i corsi sezionali che raggiunsero una media annua di oltre cento. Secondo, fu il fatto che molti Istruttori attivi si perfezionarono e "maturarono" all'interno stesso della Scuola Nazionale affrontando poi gli esami da Istruttori Nazionale: Galvan, Mengozzi, Lambri, Dalla Zuanna, Contessotto, Raschellà, Menichetti, Bronzetti, Tommasi, Bocchio, Tessaro.
Mentre si sviluppava questa azione di penetrazione attiva nel tessuto speleologico nazionale, c'era un costante impegno per l'innalzamento del livello culturale, tecnico ed esplorativo. La SNS avendo come baricentro determinate il Centro Nazionale di Speleologia di Costacciaro sviluppò una costante ed intensa attività di formazione e ricerca. Si badi bene questo non significa assolutamente che si operava solo a "Costacciaro" ma li la SNS trovava una sintesi perfetta fra l'operatività, lo studio e la ricerca applicata. Si creò un vero e proprio "spirito" comune fra la Scuola Nazionale e quello che il CNS simboleggiava. La realizzazione più alta e completa della Speleologia Italiana che aveva trovato nel CAI la sua naturale casa. La Scuola, per l'attivismo di molti suoi Istruttori (sia INS che IS) agiva come un vero e proprio "Gruppo" capace di intuire, inventare, studiare e quindi divulgare ogni possibile branca che compone la nostra affascinate disciplina.

Un altra grande opportunità fu il fatto che dopo un contrastato periodo di rapporti con il Presidente della CCS Curzio Casoli (si badi bene il rapporto fra SNS e CCS in quel periodo fu molto "acceso" ma sempre leale e costruttivo; tutti alla fine si rimboccavano le maniche per "costruire") divenne Presidente Antonio Rossi, che non era come Casoli un Istruttore di Speleologia e perciò (forse fortunatamente) esterno alla Scuola. 

Antonio si è rilevato un grandissimo Presidente che fra le altre azioni positive, proprie della Commissione e con l'aiuto del mai poco rimpianto Consigliere Centrale referente per la Speleologia Testoni, intuì il grande potenziale rappresentato dalla SNS e pertanto s'impegnò a stimolare ad aiutare.
Senz'altro in quel periodo la Speleologia del CAI fu all'avanguardia e non solo a livello nazionale ma Europeo ed oltre.
Rossi mise a disposizione della Scuola tutto il prestigio e l'appoggio della Commissione Centrale. Riconobbe nella Scuola lo strumento principale dell'operatività della Commissione, non lesinò mai i fondi necessari, battendosi fieramente con il CAI Centrale per l'affermazione dei bisogni che la Scuola aveva.
Il segreto del successo era che la dirigenza della Speleologia CAI (Commissione e Scuola) erano un corpo unico, si elaboravano progetti e si realizzavano, si intuivano necessità e tutti assieme si costruiva la risposta. Avendo come base operativa, comunque disponibile il CNS di Costacciaro (Francesco Salvatori era membro autorevole della CCS).
La modernità della Speleogia Italiana è stata costruita in quel periodo.
Rossi è stato il Presidente della Commissione Centrale della Speleologia che ha portato ai massimi livelli la Speleologia CAI, all'interno ed all'esterno del Sodalizio, acquisendo una capacità direttiva ed un prestigio irripetibili.
Voglio comunque sottolineare che la scuola non era assolutamente operativa solo al CNS, la c'era "l'eccellenza" ma realmente era Nazionale operando in tutto il territorio italiano con riferimenti costanti e di alto livello tecnico e didattico come i numerosissimi corsi svolti in Veneto, in Sardegna , in Liguria in Sicilia sulle Alpi Apuane e persino in Valle D'Aosta dove l'attenzione per la montagna non è certo focalizzata al loro "interno".
L'Istruttore Nazionale Franco Lambri sostituisce Lascialfari alla segreteria della Scuola. Lambri che didatticamente si era formato all'interno della SNS portante come bagaglio "professionale" una conoscenza dei materiali speleo-alpinistici di primissimo ordine, che mette a disposizione anche della Commissione Nazionale Materiali e Tecniche che con l'egida del CNS della CCS e del CNSA e la guida di Salvatori si era costituita e con sede a Costacciaro avvia una serie di prove e di elaborazioni sulle tecniche e i materiali speleo-alpinistici sintetizzata poi in una pubblicazione che resta un caposaldo della conoscenza e dello studio in questo settore.
La direzione della SNS era sempre presente in tutti i corsi nazionali altre 20 l'anno che come detto erano spalmati su tutto il territorio nazionale su i più vari argomenti di ordine tecnico, scientifico e divulgativo di più alto livello secondo una programmazione che si veniva dai gruppi ma era anche frutto di una costante e continua ricerca di stimoli e di novità che facevano progredire il sapere speleologico.
Ad un certo punto un sacro fuoco iconoclasta invade tutto e tutti, forse non si sopportavano i risultati ottenuti, forse si voleva riaffermare la preminenza della mediocrità e dell'apparire contro il fare, ma un fatto è sicuro in maniera traumatica si è voluto da parte di "qualcuno" interrompere questo ciclo virtuoso colpendo soprattutto la Commissione Centrale ed il suo presidente Rossi.
Distruggendo tutto quanto era stato costruito esempio evidente Speleocai, l'unica e vera rivista speleo di respiro nazionale del Club che in men che non si dica venne cancellata .
Non è questa la sede per dare meriti e colpe, voglio solo ricordare che, sono seguiti anni di "normalizzazione" dove non si è più costruito nulla.
La Commissione Centrale ha passato un lungo periodo dove aveva perso lo slancio propositivo che le era proprio, la Scuola oltre la routin dei corsi istituzionali (ci mancherebbe altro) si è sempre più avvitata su se stessa, parlando solo di regolamenti ...regolamenti...regolamenti.
Forse, stando a quanto ha detto nel suo "organico e bel' intervento a Palermo il Vice Presidente del CAI Martini", oggi, ci si è resi conto che si è gettato il bambino assieme all'acqua sporca.
Ma questa è un'altra storia. 

Estratto dal libro "50 anni di speleologia della Scuola Nazionale di Speleologia CAI 1958 - 2008"
a cura di Pino Guidi, Francesco Salvatori e Totò Sammataro