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Zorn Angelo I.N.S.E.

Gli anni della crescita

Angelo Zorn I.N.S.E.

Dopo il 2° corso per istruttori nazionali, tenutosi a Trieste ne 1973, ci fu un momento di stasi, dovuto all'avanzamento della tecnica di progressione chiamata "su sola corda". Anche in questo campo si manifestarono subito delle divergenze sulle scelte delle tecniche da adottare. Mentre Genova e Trieste sceglievano la tecnica dei "gibbs", altre realtà speleologiche operanti s'indirizzavano su quella che faceva testo al "gibbone" ed al pedale ad esso appaiato. Seguirà poi, il periodo della discussione sulle corde e sul loro diametro, ed anche qui verranno profuse tecniche, articoli discussioni a non finire.

Bisognerà arrivare alla seconda metà degli anni 70, per vedere una ripresa della scuola che, se non ferma a livello di corsi organizzati dalle varie sezioni del CAI. Ove operava un gruppo grotte, cominciava ad interessare realtà che fino ad allora poco o nulla avevano in comune con la pratica della speleologia. Istruttori venivano chiamati presso vari gruppi o sezioni a tenere conferenze ed addirittura a dirigere dei corsi ex novo. Per la scuola la novità fu la costante delle riunioni degli istruttori presso le strutture della sezione di Firenze ed alla "Torre del Gallo", sede del gruppo speleologico fiorentino. Le sedute inizialmente si svolgevano nella giornata del sabato; poi, per dare maggior possibilità alla discussione che ne era la base trainante, le giornate divennero due, sabato e domenica. Ricordo di quegli anni gli arrivi a Firenze in piena notte e le passeggiate lung'Arno in attesa dell'apertura di qualche bar. Momenti esaltanti che ci preparavano alla riunione. Si cominciò a parlare di un nuovo regolamento della scuola, si preventivò la figura dell'istruttore di speleologia, sulle materie da insegnare, facendo tesoro delle esperienze acquisite da tutte le realtà espresse dagli istruttori. Nel contempo operava la Sottocommissione Centrale per la Speleologia, ormai indipendente, ed uno dei suoi primi gravosi compiti fu quello di selezionare e giubilare gli istruttori che dopo l'acquisizione del titolo, non avevano dato un contributo valido alla scuola. Su decisione dell'allora Sottocommissione furono molti i depennati; questo permise di cominciare a preventivare un nuovo corso nazionale per I.S. Fra tutte queste iniziative va ricordata la creazione dei Corsi di Aggiornamento "obbligatori" per gli Istruttori con il preciso scopo d'amalgamare le tecniche sia d'insegnamento che operative. Era intanto ormai entrato in uso comune l'uso del pettorale croll e della maniglia pedale.
Se tutto può sembrare semplice, da come esposto, corre l'obbligo di ricordare che non sempre tutto filava in modo tranquillo, anzi le discussioni erano accalorate, condite pure da divergenti visioni di politica , sia speleologica, sia di politica "partitica" vera e propria. Basterebbe rileggere quanto scriveva allora su "l'orso speleo biellese " il Cossutta, per ben capire le posizioni nei dibattiti. Ne cito una: Nord–Est eufemismo geografico. Trieste si trovava ancora una volta a un bivio della sua storia. Il trattato di Osimo prevedeva la creazione di una "zona franca industriale a cavallo del confine", il che sarebbe come dire che buona parte del Carso sarebbe stata cementificata, distrutte grotte e doline per far posto a fabbriche che per avere manodopera a basso costo l'avrebbero importata dalla balcania. La città si ribellò e ad un apposito comitato s'accodo' anche la sezione di Trieste del Club Alpino Italiano, Società Alpina delle Giulie. Da par suo la Commissione Grotte organizzò in collaborazione con l'Istituto di Geologia e Paleontologia dell'Università degli Studi di Trieste un "Symposium internazionale sull'utilizzazione delle aree carsiche. L'esito delle elezioni e la rilevanza dei costi che la zona industriale avrebbe comportato, vanificarono questi progetti.
Nel preparare un Regolamento per i corsi di aggiornamento, si ebbe cura d'integrarlo con le normative riguardanti una "Commissione di valutazione" formata da I.N.S. di provata capacità. Fu compito di questa Commissione organizzare nel 1979 i primi due corsi tenutesi a Roncobello (Bergamo) ed a Monte Cucco (Perugia). Della prima Commissione di valutazione, nominata a Firenze dall'assemblea degli istruttori nazionali, facevano parte: Salvatori Francesco, Polverini Roberto, Zorn Angelo. La stessa Commissione preparò il Regolamento minimo per i corsi sezionali di speleologia.
Il IV corso per Istruttori Nazionali di Speleologia, si svolse a San Vittore di Genga nel 1979. Questo corso evidenziò la maturazione che negli anni si aveva avuto nell'ambito della speleologia. Infatti gli allievi erano tecnicamente e culturalmente ben preparati, e gli esami ne evidenziarono le qualità. E' bello ricordare che in margine al corso, avvenne la consegna dei "distintivi " di Istruttore Nazionale portati a Genga da Sosi, allora segretario della Commissione Centrale per la Speleologia. Seguirono negli anni il corso di tecnica ad Arco (TN), quello per Istruttori Nazionali di Palermo e quello di tecnica di Gorizia.
Nel 1983, la Società Alpina delle Giulie, e con essa la Commissione Grotte Eugenio Boegan, festeggiavano i cent'anni di fondazione e d'attività. A Trieste si svolse la riunione del Comitato Mondiale di Insegnamento della Speleologia dell'U.I.S., con la presenza di tantissimi luminari della materia; ebbe pure luogo la riunione degli Istruttori Nazionali di Speleologia, ed alla Grotta Gigante venne inaugurato il monumento in ricordo degli speleologi scomparsi. Si ebbe quel giorno l'ultima uscita pubblica di Finocchiaro "il maestro", il quale morirà il 19 luglio, mentre era in svolgimento in quel di Gorizia il Corso di Tecnica Speleologica, da lui fortemente voluto.
A dicembre a Firenze ha luogo l'assemblea generale degli I.N.S. A Direttore della Scuola viene eletto Mauro Zerial, anche se noi esprimemmo seri dubbi sulla sua capacità gestionale, incapacità, che ben si manifesterà in seguito portandolo a premature dimissioni.
La direzione della Commissione Centrale per la Speleologia, alla morte di Finocchiaro che la aveva retta sin dalla sua nascita, viene assunta da Curzio Casoli, il quale alla scadenza non rinnoverà il suo mandato passandolo ad altri. Il resto è storia recente che tutti ormai ben conoscono. La Società Speleologica Italiana rilanciò la sua scuola, il Club Alpino Italiano venne regionalizzato, la Commissione Centrale per la Speleologia commissariata.
Ma la Scuola ha continuato la sua opera di divulgazione, assumendo in varie città la denominazione ad personam presso le sezioni del C.A.I.. Da parte mia, ricordo con orgoglio l'essermi battuto, contro personaggi che vedevano nel solo loro localismo l'essenza della speleologia, affinché la Scuola della Società Alpina delle Giulie portasse imperitura il nome di: "Scuola di Speleologia Carlo Finocchiaro". E' stato questo il più sincero tributo a chi mi fu maestro e guida in momenti difficili, mentre ricorderò sempre il "complimento" fattoci da Ferruccio Cossutta, quando giunti a Biella in una delle annuali riunioni degli Istruttori, entrando nelle stanza della riunione venimmo così apostrofati "ecco il Padrino ed il suo consigliori".
Di tutti quelli anni, fino al mio autopensionamento avvenuto nel 1992, rimangono i ricordi, assieme alla certezza d'aver qualcosa fatto e dato affinché la Scuola dell'Alpina rimanesse nelle strutture del C.A.I., e che crescesse sempre assieme alla speleologia italiana.

Estratto dal libro "50 anni di speleologia della Scuola Nazionale di Speleologia CAI 1958 - 2008"
a cura di Pino Guidi, Francesco Salvatori e Totò Sammataro