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Sistema di recupero con argano già utilizzato negli anni sessanta - Foto: Archivio CENS, Costacciaro.

Crescita e diffusione: il Secondo Corso

Pino Guidi

Concluso il primo corso per INS, per la Scuola si aprivano nuovi scenari e nuove problematiche. L'alto numero – relativamente a quegli anni – di Istruttori Nazionali permetteva di organizzare molti corsi di introduzione alla speleologia, coinvolgendo un elevato numero di persone. Il primo, grosso, problema che dovette affrontare la nuova struttura è stata l'assicurazione degli allievi e del corpo insegnante, problema di cui venne investita la dirigenza centrale del CAI nei primi mesi del 1970.
Un altro campo d'intervento che coinvolse la Scuola è stato il finanziamento dei Gruppi Grotte CAI: il Comitato Scientifico Centrale aveva destinato alla speleologia parte dei fondi a sua disposizione, stanziando dei contributi ai gruppi che organizzavano corsi di speleologia nell'ambito della Scuola.

Negli anni '70 la Scuola Nazionale di Speleologia, divenuta ormai struttura autosufficiente dotata di uomini, mezzi e fini ben definiti, dopo cinque Corsi tenuti sul Carso triestino ed uno a Perugia cominciò a studiare l'opportunità di organizzarne un altro in una sede nuova. Nel settembre 1970 Giorgio Pasquini si offriva di organizzarlo a Roma. Era un tentativo di consolidare il decentramento delle iniziative della Scuola, decentramento che però soltanto qualche anno dopo sarebbe divenuto la regola in quanto l'iniziativa del corso romano non ebbe seguito ed il settimo corso si dovette fare nuovamente a Trieste.

La mancata concretizzazione del corso a Roma ed i dissapori legati alla ripartizione dei fondi del Comitato Scientifico avevano evidenziato uno scollamento fra le notevoli potenzialità della speleologia del CAI e i suoi organi centrali. Al fine di porvi rimedio Finocchiaro, che già da tempo stava lavorando per organizzare le presenza della speleologia nel Comitato Scientifico creando un organismo che la rappresentasse ufficialmente, convocò a Trieste, per il novembre 1971, una riunione dei presidenti o dei rappresentanti dei gruppi grotte del CAI. Il momento era propizio anche per presentare la nascente Sottocommissione per la Speleologia, ideata come organo consultivo del Comitato Scientifico Centrale e risultata poi strumento indispensabile per affermare la presenza della speleologia negli organi del CAI.

Importante fase preparatoria della riunione è stato il secondo Convegno del Soccorso Speleologico, tenutosi a Trento nel settembre di quell'anno in concomitanza del Festival del Film della Montagna. In quell'occasione la dirigenza del CAI Centrale, presente per il Festival, ebbe modo di conoscere direttamente il variegato e turbolento mondo speleologico italiano (al Convegno avevano partecipato oltre 200 speleologi in rappresentanza di 30 gruppi) e quindi dell'opportunità di un suo riconoscimento, anche formale, in seno al Club Alpino.
A novembre l'incontro dei presidenti dei Gruppi Grotte CAI ebbe un successo insperato, sia per il numero dei partecipanti, che per i temi discussi; fra i punti all'O.d.G. figuravano la situazione
dei Gruppi Grotte CAI, la Scuola Nazionale di Speleologia, la Sottocommissione per la Speleologia, la Legge speleologica ed i rapporti fra gruppi grotte e CAI, quest'ultimo trattato da Franco Utili del CAI di Firenze1.

Nel 1972 veniva formalmente costituita, nel seno del Comitato Scientifico Centrale, la Sottocommissione per la Speleologia; i suoi membri, designati dai Gruppi Grotte, si riunirono a Milano nel maggio, dedicando l'incontro alla divisione dei fondi messi a disposizione. Nell'agosto successivo il 7° Corso Nazionale della SNS si svolgeva a Trieste in quanto, a parte Perugia, mancavano nel resto d'Italia strutture in grado (o con la voglia) di accollarsi l'onere organizzativo. Il Corso, effettuato con base presso la Grotta Gigante, è stato coronato da buon successo con la presenza di 18 allievi, provenienti da varie parti d'Italia.

Il secondo incontro dei presidenti dei Gruppi Grotte CAI si svolse in settembre a Verona; questa volta, a dimostrazione dell'importanza che la didattica stava assumendo, buona parte della discussione venne incentrata sulla Scuola Nazionale di Speleologia, introdotta da una relazione di Salvatore Sammataro.

Il notevole incremento dei corsi di speleologia rese evidente la necessità di implementare il corpo insegnante con un nuovo Corso per Istruttori Nazionali2; a fine anno il Comitato Scientifico accolse la richiesta per un secondo corso INS. Questi avrebbe dovuto svolgersi in Umbria, ma con lettera del 12 aprile 1973 Finocchiaro comunicava a Nangeroni che, avendo i perugini rinunciato, l'incarico di organizzarlo sarebbe stato assunto dalla Commissione Grotte.
Al fine di concordare modalità di svolgimento e programma operativo del Corso venne indetta a Trieste per il 3 giugno una riunione degli INS. Alla fine della stessa fu stabilito che il corso non avrebbe dovuto essere di carattere formativo (si partiva dal presupposto che i candidati INS dovessero essere già all'altezza del loro compito) ma giudicante, per cui le uscite in grotte vennero limitate a tre in modo da permettere agli istruttori di seguire tutti gli allievi. Per contenere le spese venne inoltre deciso di accettare un massimo di 20/25 allievi, cercando di favorire la presenza di tutti i Gruppi Grotte richiedenti. Quanto agli esami di accertamento venne auspicata una certa severità di giudizio sui requisiti tecnici (non fisici, beninteso), mentre per la parte teorica prevalse l'opinione di seguire i criteri adottati nel primo corso, con larga interpretazione del termine "Relazione" che l'allievo era tenuto a presentare. La tendenza è stata quindi di privilegiare le capacità di insegnamento delle tecniche di progressione, di rilevamento, pronto soccorso, senza pretendere dall'allievo conoscenze teoriche troppo approfondite.

La seconda circolare partì pochi giorni dopo la riunione, con il programma di massima del Corso e con la specifica dei requisiti richiesti (dichiarazione del presidente del Gruppo o della Sezione CAI certificante i tre anni di attività previsti dal Regolamento con la specifica degli anni in cui ha insegnato quale aiuto istruttore a Corsi Sezionali, nonché i dati sui lavori di carattere speleologico pubblicati). La quota di partecipazione era fissata in lire 20.000.
Il 2° Corso per Istruttori Nazionali di Speleologia si svolse a Borgo Grotta Gigante (Trieste) dal 19 al 26 agosto 1973. Presenti 27 allievi, provenienti da ogni parte d'Italia, e undici INS (sui 26 in ruolo). Dato il loro alto numero, per le uscite pratiche gli allievi erano stati divisi in tre squadre3. Gli ultimi due giorni sono stati dedicati agli esami, alla fine dei quali risultarono idonei diciotto allievi4.
Con il secondo corso INS si può considerare concluso il periodo pionieristico della Scuola, pesato in buona parte sulla speleologia giuliana. Il terzo corso INS, infatti, si svolgerà a Genga fra agosto e settembre 1979, con 19 allievi; nei mesi di maggio e giugno dello stesso anno a Roncobello e a Monte Cucco si terranno inoltre quelli di aggiornamento degli INS previsti dal Regolamento5.

La prima fase della Scuola, cui dopo Finocchiaro hanno dato il loro apporto in qualità di Direttore Marino Vianello, Claudio Cocevar e Francesco Salvatori, si può dire conclusa nella prima metà degli anni '70. L'evoluzione e la diffusione della speleologia italiana, a cui l'opera della Scuola è stata tutt'altro che estranea, ha creato nuovi bisogni ai quali la Scuola ha risposto realizzando nuove strutture. L'infanzia e l'adolescenza della Scuola ha lasciato il posto alla maturità che ha portato con sé la specializzazione settoriale, con la suddivisione dei Corsi sia secondo il livello tecnico, sia secondo i temi – culturali o tecnici – che da allora saranno maggiormente approfonditi.
Unico punto rimasto fermo – quasi una costante nella Scuola di Speleologia del CAI – è il concetto di Scuola quale servizio pubblico (struttura di insegnamento, senza fini di lucro e aperta a tutti) e non come sistema di reclutamento di nuove leve o di finanziamento per il Gruppo Grotte che l'organizza.

Estratto dal libro "50 anni di speleologia della Scuola Nazionale di Speleologia CAI 1958 - 2008"
a cura di Pino Guidi, Francesco Salvatori e Totò Sammataro