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Preparazione armo con scaletta e corda, più attrezzatura personale in occasione del Campo esplorativo all’Abisso Gortani. – Foto: Archivio C. G. “E. Boegan

I prodromi

Pino Guidi

L'idea di creare una Scuola sprovincializzata e articolata a livello nazionale, il cui compito fosse quello di insegnare ad andare in grotta, indipendentemente dalla provenienza e dalla futura destinazione degli allievi, venne verso la metà degli anni '50 a Carlo Finocchiaro1, speleologo forte di una oltre che trentennale esperienza nella Commissione Grotte "E. Boegan" della Società Alpina delle Giulie (la Sezione di Trieste del CAI).

Il disegno di partenza, che forse si riallacciava al programma di un quindicennio prima, era di creare un organismo la cui funzione precipua fosse la diffusione su tutto il territorio nazionale di una certa cultura speleologica: conoscenza dei fenomeni carsici, delle tecniche e dei materiali necessari per visitare quelli sotterranei, presentazione delle scienze che sugli stessi convergono ed agli stessi fanno riferimento.
Nel luglio 1958 Finocchiaro sottoponeva a Silvio Saglio, segretario generale del CAI, l'idea di organizzare un incontro fra speleologi del CAI finalizzato all'approfondimento delle tecniche esplorative. Il Consiglio Centrale, riunitosi a Lucca in settembre, accettava la proposta di attivare una Scuola di Speleologia, con l'intesa che il nuovo organismo facesse parte del Comitato Scientifico Centrale. Veniva quindi dato incarico all'avv. Carlo Chersi, presidente della SAG e membro del Consiglio Centrale, di presentare un programma di operazione e di organizzazione.

Il programma di massima del Corso veniva redatto da Finocchiaro con la collaborazione, per la scelta delle cavità da visitare, di due speleologi poco più che ventenni, Marino Vianello e Dario Marini. La bozza veniva poi presentata al Consiglio Centrale dal Chersi nella seduta del 9 novembre e approvata il 18 gennaio dell'anno successivo. Il costo previsto di lire 350.000 veniva in parte finanziato con uno stanziamento di lire 200.000 a favore della Commissione Grotte "E. Boegan" incaricata, nella persona di Carlo Finocchiaro, di provvedere alla sua realizzazione.

Scopo del Corso era di raccogliere speleologi o aspiranti tali provenienti da tutt'Italia ed insegnar loro una tecnica corretta per l'esplorazione delle grotte, aggiornandoli nel contempo con una serie di lezioni teoriche, tenute da docenti specialisti nei singoli settori, sul progresso degli studi speleologici in Italia e nel mondo. La felice conclusione di questo iter "politico-burocratico" è da attribuire all'appoggio del Presidente del Comitato Scientifico Centrale, il professor Giuseppe Nangeroni2, illustre geografo molto vicino al mondo della speleologia.

L'accettazione da parte del Comitato Scientifico Centrale, e quindi successivamente dal Consiglio Centrale del CAI, del programma di insegnamento della speleologia predisposto da Finocchiaro ha costituito una pietra miliare per la speologia nel CAI: poco dopo veniva infatti istituita la "Sottocommissione per la Speleologia", organismo avente il compito di seguire, per conto del Comitato Scientifico Centrale di cui era emanazione, le ricerca speleologica nell'ambito del Club Alpino Italiano. Successivamente, nel 1978, la Sottocommissione ampliati, grazie soprattutto alla Scuola, i suoi compiti veniva promossa a Commissione Centrale per la Speleologia, organo tecnico del CAI con pari dignità e valenza di tutte le altre Commissioni.

Estratto dal libro "50 anni di speleologia della Scuola Nazionale di Speleologia CAI 1958 - 2008"
a cura di Pino Guidi, Francesco Salvatori e Totò Sammataro